Page 3 - il carso
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LA DOLINA COME GENERATORE DI SVILUPPO
Le doline come riparo dalla bora e oasi coltivabili nella landa carsica.
Sostenibilità vuol dire: La foto satellitare (in alto a destra) mette in evidenza, oltre alle
dimensioni del sacrario, anche la differenza della struttura
•• cose fatte bene geomorfologica dell’altopiano carsico rispetto alla valle dell’Isonzo,
•• cose fatte per durare abitata ed intensamente coltivata.
•• cose costruite con materiali locali
•• cose che non consumino energia inutilmente A dare a questo paesaggio, visto dallo spazio, sembianze di superficie
•• cose che si integrino e dialoghino con il paesaggio senza macchiarlo lunare, non sono altro che le doline, la vita e la speranza di rinascita
del Carso.
La dolina (valle in sloveno) è una depressione a forma di ciotola con
bordi rocciosi o poco inclinati, questo dipende dal processo che ha
portato alla formazione della stessa, crollo o dissoluzione. Sul Carso
goriziano e triestino se ne contano circa sei mila e in località Monrupino
si arriva a 100 doline/kmq. Solitamente le doline hanno un diametro
che può variare dai 60 ai 100 mt con una profondità dai 10 a 60 mt.
Peculiare è il fenomeno dell’inversione termica che contribuisce
alla presenza di un microclima del tutto particolare all’interno delle
doline. Sul fondo di queste conche la temperatura è sempre più
bassa che all’esterno, sopratutto in inverno e primavera, e si possono
considerare come delle isole con un clima più fresco ed umido di
quello dell’altopiano circostante. Durante la guerra i soldati sfruttavano
il fondo delle doline per conservare gli alimenti e alcune di esse, che
presentano sul fondo delle grotte con riserve di ghiaccio perenne furono
sfruttate come vere fabbriche del ghiaccio fino all’avvento dei moderni
frigoriferi.
Il primo esempio di costruzione sostenibile sul Carso è il sacrario di Il fondo di terra rossa della dolina ha costituito un generatore di vita e
Redipuglia. sviluppo per l’economia del Carso, fino alla 1a guerra mondiale.
Siamo negli anni ‘30 e il cimitero viene costruito per unificare tutti i In seguito ai bombardamenti prima, e all’abbandono dell’economia
cimiteri di guerra che costellano il Carso. agricola e degli allevamenti poi, le doline si sono involute, invase
dalla boscaglia, e hanno perso anche la capacità di conservare
L’epoca e la retorica imperante dell’epoca potevano portare a chissà l’acqua piovana sul fondo. Sono scomparsi gli stagni carsici che erano
quale panettone di pietra e bronzo, invece l’intelligenza del progettista la principale, nonchè l’unica, fornitura di acqua per l’agricoltura e
ha pietrificato nella memoria un versante di landa carsica: l’allevamento.
- la pietra arriva con la ferrovia dalle cave del Carso, goriziano e Le doline sono state anche le generatrici della forma degli insediamenti
triestino umani sull’altopiano, che sono cresciuti sul bordo di grandi doline,
- la ferrovia scorre in galleria sotto la base del sacrario conservando all’interno la zona coltivata.
- la stazione ferroviaria, alla base del sacrario, è uno degli edifci più belli
dell’architettura razionalista italiana (oggi trasformato in museo) Gli insediamenti preistorici dei castellieri, recinti concentrici per la difesa
- l’enorme quantità d’acqua piovana, raccolta dalla scalinata, scorre in del bestiame dai razziatori (animali e umani), non hanno generato
maniera alternata ed incrociata sui gradoni, rallentata e convogliata da insediamenti, ma sono rimasti una pura struttura difensiva arroccata
pendenze e contropendenze sulle alture.
Il sacrario è arrivato fino ad oggi intatto, solo adesso un serio intervento
di restauro e consolidamento lo preserverà per i prossimi cento anni.